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L'alimentazione Romana

La sobrietà alimentare caratteristica della virtus romana era dovuta ad un'alimentazione fatta soprattutto di vegetali.Seneca nel criticare la sregolatezza dei costumi dei suoi contemporanei attribuiva la crisi delle antiche doti morali alla loro frugalità ormai persa, a quella parsimonia veterum che in effetti si riscontra nelle abitudini alimentari primitive quando i latini si nutrivano soprattutto di verdura, legumi, frutta e cereali sotto forma di  puls, una polenta di farina di farro cotta in acqua e sale, con l' aggiunta di legumi, pesciolini salati (gerres o maenae), formaggi e tutto quello che si poteva coltivare e raccogliere. Dagli etruschi con alte possibilità economiche  giunse a Roma l'abitudine di nutrirsi di un cibo più variato e ricco di proteine costituito sia da selvaggina che da animali di allevamento.

A partire dall'età di Augusto, con la conquista dell'Oriente e gli intensi rapporti commerciali con l'Asia arrivarono a Roma altri prodotti, usanze e mode.  L'alimentazione romana per alcune classi sociali si raffinò: il cibo inteso come puro sostentamento cominciò in epoca imperiale a cambiare, anche con l'uso delle spezie, il gusto e la cultura del cibo, passarono dalla pura alimentazione alla ricerca ed all' esaltazione dei sapori.

Parlando di alimentazione romana bisogna sempre distinguere prima di tutto l' epoca, l' estrazione sociale e l' occasione, perchè salvo quelli che potremo considerare ricevimenti particolari, cioè casi molto rari, i pasti erano per i più frugali e semplici. In sostanza, la stragrande maggioranza dei Romani mangiava normalmente seduta su panche (raramente su sedie) e attorno ad un tavolo.

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